mercoledì 17 settembre 2008

La Leggenda dell'Uomo Antico

C’era una volta l’Uomo antico…
Splendidi, i suoi occhi profondi, rilucevano d’illimitato Amore per Natura, per la Signora Verde, per la Terra e le sue Donne. Guardandoli vi si poteva scorgere la pace delle foreste secolari, dei calmi mari, del cielo terso e d’intenso turchese… eppure nel loro brillio selvatico vi era la certezza che essi avrebbero potuto, in qualsiasi momento, divorare come fiamme alte e implacabili, come tempesta e tuono che colpisce senza pietà, come feroce belva letale.
La sua vita aveva un senso sacro… egli viveva per preservare le Antiche Armonie, ma soprattutto per difenderle e proteggerle con tutto se stesso, con la sua stessa vita, se ciò fosse stato necessario, poichè non v’era morte più nobile e desiderata, per un Guerriero, di quella per la Libertà e l’Armonia naturali.
Quanto Amore portava in sè quell’Uomo… quante dolci e calde fiamme lo avvolgevano e gli scaldavano il petto… quanta bellezza egli riusciva a scorgere con lo sguardo, posandolo intorno a sè, poichè ogni cosa naturale era sacra e bella… era amata e venerata in un modo che non si può descrivere… ed egli lo sapeva.
Di poche parole, egli preferiva il silenzio ammirato, il silenzio della forza centrata, sicura, inarrestabile. E quanto Amore in quelle poche parole, quanto Amore in quel silenzio… quanto Amore in quella forza che nasceva dalla stessa Madre Terra che egli serviva e onorava con tutto se stesso.
Ai suoi occhi, le Donne erano le Figlie e lo Specchio della Madre Divina… le Portatrici di Luce e Saggezza… le manifestazioni della Bellezza infinita… Coloro che egli, spesso imbarazzato da far fatica a sostenerne lo sguardo, amava indissolubilmente con abbandono completo. Per questo la sua vita aveva un senso sacro. La difesa e la protezione che egli prestava e dalle quali traeva il suo scopo vitale, erano rivolte a ciò che è sacro, a ciò che, sebbene sappia difendersi da sè, poteva essere violato da forze brute e disarmoniche che, imponendosi con la propria cieca violenza, avrebbero potuto spargere le loro influenze oscure, dissacrando e portando la rovina.
Le Donne, come Natura, erano creature intoccabili da dita profane. La loro forza era soprattutto interiore, la loro sacralità era indicibile poichè la loro Anima perenne era costantemente connessa alle dimensioni fatate d’eterna Armonia, le dimensioni della Dea spirituale. Esse erano la Voce di Natura in Terra, i Suoi riflessi di luce, la Sua Conoscenza sublime, ma il loro corpo non sempre poteva resistere agli attacchi di altri uomini, numerosi, forti e animati da istinti snaturati e desacralizzati… Con l’avanzare dell’Era Oscura, esse iniziarono a subire violenze gravissime, iniziarono ad essere in continuo pericolo e mentre molte di loro indossarono le armi, altre continuarono a vivere isolate e protette dagli ultimi Uomini antichi che conoscevano il significato profondo della propria stessa difesa. Difendendo loro, infatti, essi difendevano ogni manifestazione di Bellezza, Armonia, Naturalità, Libertà, Amore e Gioia divini.
Essi sapevano che dovevano proteggere il Sacro, la Grande Madre Terra e le Sue Ancelle, non perchè queste erano deboli, ma per la loro sacralità stessa, per il timore reverenziale che essi provavano spontaneamente nei loro confronti… E le Donne erano per l’Uomo antico l’Origine della Vita, le Dispensatrici di Sacro, le Madri e le Amanti, le Iniziatrici e le uniche creature attraverso le quali anche lui avrebbe potuto conoscere e conservare l’Antica Armonia primigenia.
In questo modo d’essere, l’Uomo ritrovava la ragione per cui Natura lo aveva generato. La sua forza era rivolta alla Natura stessa, dalla quale non si distaccava, innalzandosi e sentendosi ad essa superiore, ma rimaneva interiormente connesso, sentendosi come un servo umile e sincero che dedica la sua vita a servire qualcosa di infinitamente elevato, con amore e rispetto incondizionati…
e non poteva esserci gioia più grande, per un Uomo, che quella di porre la sua forza, il suo coraggio e la sua volontà, al servizio della Signora della Bellezza rigogliosa, alla Dea di ogni Creatura, alla Grande Madre benedetta…
Questo era il vero spirito della Protezione e della Difesa arcaici…
Ma l’Era Oscura, continuava ad avanzare, sempre più…
Pochi Uomini antichi erano rimasti… pochi Protettori delle Antiche Tradizioni prestavano ancora il loro servizio in modo limpido e giusto… e mentre moltissimi guerrieri abbracciavano gli ideali patriarcali e violavano Natura e le sue Donne, sporcandole e profanandole terribilmente, altri persero di vista la ragione vera per cui si dedicavano alla difesa. Questi, infatti, iniziarono a non vedere più nelle Donne e in Natura delle portatrici e espressioni del Sacro, che andavano protette semplicemente per ciò che erano e rappresentavano; e non vedendo più il nucleo dorato che le animava, essi videro solamente la superficie ingannevole… ovvero donne e territori che abbisognavano di aiuto e soccorso perchè dotati di poca forza fisica e resistenza, e quindi deboli, incapaci di fare la guerra e di badare a sè.
Tali uomini continuarono a lungo a cercare di impersonare gli antichi Difensori di Madre Terra, ma purtroppo, inconsapevolmente, non ci riuscirono più. Essi non riuscivano a comprendere, a vedere oltre l’immagine esteriore delle cose… non percepivano più il sacro e traevano alimento per il proprio ego nel sentirsi protettori di coloro che erano più deboli, ovvero inferiori.
Pur restando, a volte, migliori di altri, e certamente migliori di coloro che erano causa di violenze inaudite, essi portarono, a loro modo, altrettanta rovina… una rovina che agiva sottilmente, che si nascondeva dietro alle apparenze e che continuava ad avanzare di pari passo con le invasioni e il dilagare mortifero e abominevole del patriarcato.
E’ così che nacque il povero uomo moderno.
Egli, anche quando è migliore di altri per la bontà d’animo e cuore, per la dolcezza e l’amabilità, crede di trovare scopi vitali nel proteggere la “propria” donna. Egli, che è a suo modo un poco forte e coraggioso, volitivo e potente, certo deve difendere l’amata, o le amate, e trova ulteriore compiacimento nel attribuirle dei nomignoli limitativi per imporre sempre di più la propria infinita “superiorità”, anche se di ciò non si rende sempre conto… così la chiama “piccola”, “cucciola”, “bambina”, e in molti altri modi a dir poco ridicoli e pietosi, anche se dovrebbero essere percepiti addirittura come offensivi. Spesso bada a lavorare e a guadagnare del denaro, per “permettere” alla sua “dolce metà” di fare ciò che preferisce, perchè “a lei ci pensa lui”, “di lei si prende cura lui”, come se ella, poverina, fosse invalida, malata e indifesa, mentre magari ella sta solamente cercando se stessa e la propria completezza al di là del maschio – la qual cosa egli non può comprendere, anzi, egli il più delle volte ritiene una simile ricerca, oltre che inutile, una vera offesa nei suoi confronti e in quelli della sua indiscussa virilità!
E mentre lei perde a sua volta le proprie originarie indomabili forze, indipendenza e libertà, accettando il compromesso offertole e, con esso, l’identificazione con la debolezza, egli si sente sempre più forte. Trova la sua ragione di vita nel luogo sbagliato e nel modo sbagliato perchè non vede oltre l’apparenza e, a volte, addirittura, nega che dietro l’apparenza vi sia qualcosa. Come può, dunque, egli comprendere lo spirito sacro dell’Uomo antico?
Se non conosce e non accetta il nucleo dorato che vive all’interno delle cose, come può egli raggiungere quella consapevolezza che animava i veri Guerrieri? Come può egli capire qual’era lo spirito reale della vera Difesa arcaica?
Non è con una insipida ed inutile protezione, ormai priva di qualsiasi seppur minimo significato sacro ed antico, che egli può dare uno scopo vero alla propria vita, anche se questo è ciò che egli crede e di cui egli si nutre. E non è preoccupandosi e curando la propria “creaturina” che egli la aiuterà veramente… al contrario, egli porterà e diffonderà la sua rovina senza fine, e non si renderà mai consapevole del suo terribile errore e della sua imperdonabile colpa.
E nel mostrare la sua presunta grandezza, forza e “paternità” egli non farà altro che mostrarsi sempre più piccolo, sempre più limitato, sempre più ignorante e inutile a Natura e a quelle Donne che, forse, ancora si identificano in essa, o cercano la Via per farlo.
C’era, dunque, una volta, l’Uomo antico…
ma un giorno egli smise di esistere, e divenne solamente una lontana e dimenticata leggenda.


Nessun commento: