sabato 16 gennaio 2010

Il Bosco e la Nebbia

La nebbia mi avvolge, fitta e bianca, scendendo giù per la strada tortuosa che porta al Bosco.
Profuma di lacrime d’inverno, che salgono dolci dalla terra umida, piangente per la bellezza che la sua armonia le infonde.
Cammino in silenzio, attenta a non fare rumore con i miei passi molesti. Cammino nella nebbia, che mi riveste e mi nasconde,
proteggendomi dagli occhi di coloro che non devono vedere, non devono sentire, non devono capire.
Passo dopo passo la nebbia s’infittisce ed ammanta gli sporadici prati che s’alternano alla boscaglia.
Cammino al loro centro e nel bianco mi perdo, accogliendo nel cuore le lacrime d’inverno nate dall’armonia, chiamandole perchè tornino ad inumidire anche i miei occhi, da troppo tempo asciutti d’armonia e amore.
Cammino e le foglie bagnate si attaccano ai miei piedi, mentre attraverso la radura verso l’Albero.
Coperto dalla nebbia quasi non si vede… tutto è bianco e freddo vapore…
Sorrido al pensiero di non poter essere vista.
Nessuno può vedermi, nessuno può sentirmi, nessuno può capirmi…
Sì, nessuno può capirmi.
Il bosco lentamente sparisce, la luce si affievolisce, la nebbia ora è grigia per il sopraggiungere di un tramonto invisibile, coperto dalle nuvole. Uccellini minuscoli, bianchi e neri, volano vivaci e veloci da un ramo all’altro, cinguettando acuti. Nella nebbia si nascondono, e pare si spostino da un mondo all’Altro, entrando ed uscendo dalle nebbie del confine.
Le cornacchie attraversano gracchiando – tre volte – il cielo bianco e grigio sopra di me.
Per un momento non sono più qui, ma in qualche magico bosco del nord, fra nebbia e corvi, bianco e nero. E il triplice gracchiare, che ora mi appare come un messaggio

***

Quando lascio l’Albero è quasi buio. La nebbia ora è grigio scuro e sempre più fitta.
Sono sempre più invisibile…
Voglio diventare nebbia, così non potrò essere vista da coloro che sempre invadono rumorosi questo luogo, che è parte della mia Casa.
Voglio diventare nebbia per essere lacrima d’inverno, nata dalla commozione della terra, che piange per l’armonia che la infonde.
Voglio essere nebbia per nascere dalla terra, volare e sciogliermi nell’aria, per poi tornare alla terra.

***

Ormai è calato il crepuscolo. Non è più sicuro trattenermi ancora – non lo è mai stato, coloro che invadono sono ovunque ed in ogni momento.
Volgo lo sguardo indietro. Le cornacchie riposano nei nidi. Gli uccellini tacciono. Il bosco sparisce oltre la nebbia grigio blu.
Trattengo nel cuore il suo amore.
Un canto segreto è il mio dono per lui.

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