Questo brano risale a diversi anni fa e fa parte di un mio vecchio diario.
Scosto i bassi rami di un salice, oltre i quali si nasconde una segreta conca naturale, scavata nella roccia e dalla forma rotonda, levigata, morbida. L’acqua che sgorga al suo interno, limpida e gelata, brilla di riflessi verdi, per via del tenero muschio che la ricopre, e immergendovi le mani mi dona sollievo dal calore della giornata. La frescura si estende in tutto il corpo e una folata d’aria fresca mi investe il volto, liberandolo dalla malinconia e spazzando via i resti di vecchie ombre.
Senza pensare a nulla ascolto le sensazioni che l’acqua mi trasmette attraverso i palmi distesi e lascio che compia la sua antica e meravigliosa magia. I suoi influssi sottili lavano, purificano e guariscono tutto il mio Essere, in profondità, rigenerando il corpo e colmandolo di nuova energia pura, viva, vibrante.
Il mio intento profondo si intreccia alla magia del liquido cristallino e ne crea un legame di Armonia e di Amore, mentre le mie labbra sussurrano parole e suoni gentili, adatti alla natura delle acque calme, che sgorgano dalle alte sorgenti montane.
Lentamente un senso di benessere si propaga dentro di me, avvolgendomi tutta in un abbraccio fresco e amorevole, mentre la voce gorgogliante dell’acqua continua a mormorare il suo incanto.
Poso lo sguardo sulla superficie lievemente increspata.
Posso scorgere i lineamenti indistinti del mio viso che ondeggiano appena. L’acqua ne ha catturato l’essenza e ora mi parla di lei….
“L’immagine che io ti mostro è ciò che tu sei, qui e ora. Ma i tuoi occhi sono la chiave che apre a Vie sconosciute. Attraverso di essi, giù, nell’intimo segreto, si nasconde la vera realtà.
Chi sei tu? Cosa c’è oltre la tua immagine?”
Lentamente il riflesso sfuma dalla superficie e solo gli occhi rimangono impressi nell’acqua, luminosi e pieni di sogni nascosti. In essi leggo e percepisco l’eco lontana di mondi dimenticati, attraversati da nebbie rosate e sparsi di verdi colline coperte di boschi, in cui si possono udire i canti delle fate e delle altre creature della Grande Madre. Qui gli animali non hanno paura di avvicinarsi e le grandi farfalle si posano maestose sulle dita protese ad accoglierle; crescono erbe dai magici poteri e la Natura comunica con coloro che la sanno ascoltare attraverso il movimento delle nuvole e dei venti, la pioggia e le tempeste, il canto delle foglie e il tremore della terra, il sussurro notturno e la voce delle maree. Vi sono templi naturali, illuminati da un sacro fuoco che crepita perenne, e cerchi di betulle abitati da luminose Essenze colorate, simili alle lucciole, che donano Fortuna a coloro che Amano e le trattano con rispetto. Tutto ciò che minaccia il luogo sacro è abilmente allontanato, anche a costo di perdere la Vita, e la Morte è accolta come un importante passaggio trasformativo, che libera dal corpo stanco e insegna l’eterno ciclo della Ruota d’Argento.
Tra le fresche ombre degli alberi secolari, che crescono nel luogo magico, riesco a scorgere gli stessi occhi che si specchiano nella conca d’acqua. Lasciano trasparire una profonda saggezza, una conoscenza che esiste solamente laddove la Grande Madre si è mostrata in tutta la Sua grandezza, e racchiudono ogni piccola parte di quel mondo intriso di Armonia. In essi vi è la realizzazione della mia Essenza divina. Il traguardo che di vita in vita si avvicina sempre di più, e al quale io rivolgo il mio desiderio, ora come sempre.
“Il tuo intento ti condurrà nel luogo che la tua Anima desidera, perché suo specchio e sua espressione. Ella è naturalmente attratta da ciò che le somiglia e gli indizi che troverai saranno piccoli assaggi della magia che un giorno sarà rivelata.
Le sue forme sono i sogni partoriti dal tuo ventre. La tua Gioia è il frutto nascosto che cresce sui bassi rami dei meli. Più la assaggerai, più Ella ti nutrirà.”
L’acqua gorgoglia le sue parole incantate lasciandole fluire languidamente nelle profondità di me stessa, e di nuovo mi chiede chi sono…
“Sono colei che cerca la Fonte. Sono la scintilla che cerca il suo Fuoco. Sono il raggio d’argento che cerca la Luna. Sono la figlia che cerca la Madre. Sono la Fanciulla che cerca se stessa nel centro radioso del bosco segreto. L’istante in cui ritroverò tutto questo nel mio intimo profondo sarò l’Essere completo, e conoscerò la Verità.”
La consapevolezza di un istante lascia il suo dono prezioso e custodendolo nel cuore ringrazio l’acqua per la sua magia.
Sollevo lo sguardo al cielo e riesco a scorgere, al di sopra del fogliame scurito dalla sera, lo spicchio di Luna. Simile ad una culla luminosa, sembra che dondoli dolcemente lo spirito delle sue creature, mentre i loro corpi dormono profondamente sulla Terra.
Attende che i loro veri occhi si aprano e riescano a vederla.
Allora più nulla li separerà da Lei.
Testo di Viola di Nebbia, ogni riproduzione è vietata senza il permesso dell’autrice e senza citare la fonte.
lunedì 30 settembre 2013
domenica 29 settembre 2013
La Tredicesima Luna
La Dodicesima Luna si sta oscurando, procede svelta verso il termine del suo armonioso ciclo, e presto sarà sostituita da una nuova Luna, rara e preziosa quanto magica e potente: la Tredicesima Luna.
Questa Luna si manifesta raramente, eppure quando compare all’interno del ciclo annuale, la magia che porta con sé è grande.
Chi veglia durante la Tredicesima Luna? Chi Fila i suoi raggi d’argento?
Nella tradizione fiabesca colei che magicamente la incarna è misteriosa Tredicesima Fata di Rosaspina.
La Fata che non viene mai invitata alle feste e ai banchetti. La Fata vestita di nero. La Fata Segreta, la Fata Oscura, la Fata nascosta, sconosciuta, misteriosa, spesso invisibile eppure sempre presente.
La Fata della Notte, la Fata Velata di Nebbia e di Buio, la Fata Filatrice.
La Fata che, quando compare, porta alla Morte colei che da lei è stata prescelta, perché è la Fata che insegna i misteri del sacro Filare, che offre il Fuso e conduce ad un’Iniziazione che passa attraverso la Morte.
Lei è la Fata della Morte, e la Fata della più lucente Rinascita.
Come lei, la Tredicesima Luna porterà un nuovo giro della grande ruota, e condurrà tra i mondi, in modo più intenso di quanto non accada al termine di ogni ciclo.
E l’oscurità da cui nasce porterà all’abbagliante risplendere della sua luce.
I suoi influssi saranno profondi e potenti, e durante il suo ciclico mutare potremmo imparare molte cose.
Porterà la Morte in molte sue forme sottili e interiori, e porterà ad altrettanti Risvegli nella pienezza della sua comprensione.
Questa Luna si manifesta raramente, eppure quando compare all’interno del ciclo annuale, la magia che porta con sé è grande.
Chi veglia durante la Tredicesima Luna? Chi Fila i suoi raggi d’argento?
Nella tradizione fiabesca colei che magicamente la incarna è misteriosa Tredicesima Fata di Rosaspina.
La Fata che non viene mai invitata alle feste e ai banchetti. La Fata vestita di nero. La Fata Segreta, la Fata Oscura, la Fata nascosta, sconosciuta, misteriosa, spesso invisibile eppure sempre presente.
La Fata della Notte, la Fata Velata di Nebbia e di Buio, la Fata Filatrice.
La Fata che, quando compare, porta alla Morte colei che da lei è stata prescelta, perché è la Fata che insegna i misteri del sacro Filare, che offre il Fuso e conduce ad un’Iniziazione che passa attraverso la Morte.
Lei è la Fata della Morte, e la Fata della più lucente Rinascita.
Come lei, la Tredicesima Luna porterà un nuovo giro della grande ruota, e condurrà tra i mondi, in modo più intenso di quanto non accada al termine di ogni ciclo.
E l’oscurità da cui nasce porterà all’abbagliante risplendere della sua luce.
I suoi influssi saranno profondi e potenti, e durante il suo ciclico mutare potremmo imparare molte cose.
Porterà la Morte in molte sue forme sottili e interiori, e porterà ad altrettanti Risvegli nella pienezza della sua comprensione.
Siamo pronte ad accostarci al suo arcolaio, e a toccare, con un solo dito, il suo Fuso pungente?
Per onorarla, occorre forse offrire la propria mano, aprendosi a tutto ciò che lei vorrà mostrare, svelare, donare. Senza temere la Morte nelle sue simboliche forme, ma abbracciandola come generosa maestra.
Accogliere il Cambiamento, seguire l’inarrestabile fluire, lasciarsi condurre ovunque lei voglia,
e abbandonarsi fra le sue braccia, come fanciulle che con passo sicuro e piene di fiducia vanno incontro al loro Destino.
Il Destino che una Tredicesima Fata predisse il giorno della loro Nascita.
lunedì 16 settembre 2013
Tempo d'Autunno...
Arriva l’autunno…. il suo profumo è nell’aria, e la sua presenza si percepisce nell’ingiallirsi delle foglie, nel maturare dell’ultimo grande raccolto, nei primi brividi di freddo, nella coperta pesante sotto la quale scaldarsi e addormentarsi piene di sogni, di tepore e delle fusa dei gatti…
Arriva l’autunno, e con esso giunge l’istinto di rintanarsi, coprirsi, nascondersi, cercarsi nelle profondità di noi stesse, allontanarsi dal mondo comune e rifugiarsi nell’incantato mondo interiore… si accende il fuoco, si scalda una teiera di tè speziato, ci si avvolge nel maglione preferito – anche se ormai consumato, con i fili tirati e i colori sbiaditi – e nella calda e dolce luce delle candele.
Arriva l’autunno, e le porte del Viaggio si aprono… giunge il Tempo del Sogno, calano le Nebbie che nascondono i reami segreti oltre il loro velo impenetrabile, e arriva implacabile il momento di lasciar andare il vecchio, preparandosi ad accogliere il nuovo…
Non subito però… questo è il tempo del Riposo e del Sonno, è il tempo del Passaggio, del Cambiamento… della prima vera Discesa in luoghi sconosciuti, percorsi eppure sempre ignoti.
In questo tempo tutto Cambia, tutto Muta, tutto può apparire diverso da com’è in verità, e la verità stessa si rivela oltre l’apparenza.
Quest’anno sento solo il bisogno di chiudermi al mondo. Di ascoltare, osservare, rimettere in ordine i pensieri, di trattenere, ricevere, sentire… e ritrovare. Ho alcune piccole ferite da curare nel silenzio e nella solitudine.
Sento il bisogno di non esporre nulla, di non dare, di non mostrare.
Riposo e Sogno… Tepore, luci soffuse, una tana, calda e tenuamente illuminata dal fuoco… dalla cui soglia osservare le foglie che cadono, l’oro e il rosso del crepuscolo, la falce di Luna.
Solo questo, per guarire qualche malinconia e ritrovare quella presenza, quel centro pulsante di vita, armonia e gioia, che è nascosto nel punto più profondo di se stesse… e che se ritrovato può allontanare qualsiasi pensiero, e chiudere gli occhi al vuoto per riaprirli sulla dolce armonia del cuore.
Mi sento una foglia d’autunno, che staccata dal suo ramo cade leggera, ondeggiando nell’aria fresca, e viene accolta dall’amorevole abbraccio della madre terra, o un germoglio delicato, che decide di non emergere per rimanere nascosto nelle profondità del suolo. Protetto dall’ombra e dal silenzio.
Arriva l’autunno, e con esso giunge l’istinto di rintanarsi, coprirsi, nascondersi, cercarsi nelle profondità di noi stesse, allontanarsi dal mondo comune e rifugiarsi nell’incantato mondo interiore… si accende il fuoco, si scalda una teiera di tè speziato, ci si avvolge nel maglione preferito – anche se ormai consumato, con i fili tirati e i colori sbiaditi – e nella calda e dolce luce delle candele.
Arriva l’autunno, e le porte del Viaggio si aprono… giunge il Tempo del Sogno, calano le Nebbie che nascondono i reami segreti oltre il loro velo impenetrabile, e arriva implacabile il momento di lasciar andare il vecchio, preparandosi ad accogliere il nuovo…
Non subito però… questo è il tempo del Riposo e del Sonno, è il tempo del Passaggio, del Cambiamento… della prima vera Discesa in luoghi sconosciuti, percorsi eppure sempre ignoti.
In questo tempo tutto Cambia, tutto Muta, tutto può apparire diverso da com’è in verità, e la verità stessa si rivela oltre l’apparenza.
Quest’anno sento solo il bisogno di chiudermi al mondo. Di ascoltare, osservare, rimettere in ordine i pensieri, di trattenere, ricevere, sentire… e ritrovare. Ho alcune piccole ferite da curare nel silenzio e nella solitudine.
Sento il bisogno di non esporre nulla, di non dare, di non mostrare.
Riposo e Sogno… Tepore, luci soffuse, una tana, calda e tenuamente illuminata dal fuoco… dalla cui soglia osservare le foglie che cadono, l’oro e il rosso del crepuscolo, la falce di Luna.
Solo questo, per guarire qualche malinconia e ritrovare quella presenza, quel centro pulsante di vita, armonia e gioia, che è nascosto nel punto più profondo di se stesse… e che se ritrovato può allontanare qualsiasi pensiero, e chiudere gli occhi al vuoto per riaprirli sulla dolce armonia del cuore.
Mi sento una foglia d’autunno, che staccata dal suo ramo cade leggera, ondeggiando nell’aria fresca, e viene accolta dall’amorevole abbraccio della madre terra, o un germoglio delicato, che decide di non emergere per rimanere nascosto nelle profondità del suolo. Protetto dall’ombra e dal silenzio.
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